Il Palermo è in pieno caos e con quasi tutti e due i piedi fuori dalla Serie B.
Tutta colpa di una fideiussione cartacea non depositata a mano negli uffici della Lega di B a Milano e inviata soltanto via pec “alle 23.59” come spiegato dalla dirigenza rosanero.
Sembra di ripercorrere la stessa vicenda vissuta dall’Avellino di Walter Taccone, esclusa dal professionismo a causa di una polizza fideiussoria (la rumena Onix Asigurari) priva di rating e, quindi, non conforme al regolamento.
Non è rumena, ma è bulgara, invece, quella stipulata dal Palermo con la Lev Ins “regolarmente iscritta a Registro” come spiegato dal proprietario del club siciliano, Salvatore Tuttolomondo.
La coincidenza non è passata inosservata ai giornalisti presenti in sala stampa, al momento della conferenza tenuta dagli esponenti della Arkus, società che ha rilevato il 100% delle quote da Maurizio Zamparini.
“Il precedente dell’Avellino? Non conosco la vicenda, è materia dei nostri legali. Siamo sereni nella nostra posizione, il nostro caso è una causa di forza maggiore rispetto alla quale nulla possiamo fare”, si è difeso Tuttolomondo – come si legge sul sito I Love Palermo Calcio – adducendo la responsabilità del caos alla compagnia di assicurazione e al crash tecnico che ha rallentato l’invio della polizia.
Il Palermo è in regola? Il 4 luglio lo stabilirà la Covisoc, ma il (triste) deja-vu è solo all’inizio. Anche perché Tuttolomondo ha già dichiarato che, in caso di mancata iscrizione, “daremo battaglia legale per far valere le nostre ragioni”. Un’altra estate concitata, tanto per cambiare.