Dopo mesi di inferno, di caos e di situazioni poco chiare, è arrivata finalmente la decisione del Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni sulla Serie B.
Il campionato cadetto si giocherà a 19 squadre: sono stati dichiarati, a maggioranza, inammissibili, il ricorso delle società che avevano richiesto il ripescaggio.
Non si sa ancora se questa è la pietra tombale sulle speranze di ripescaggio delle squadre di Serie C, visto che potrebbe esserci ancora un grado di giudizio – il TNF – il quale potrebbe ribaltare la decisione.
Per ora, però, di positivo c’è la stabilità di un campionato che sembrava essere partito senza certezze e di un altro – quello di Serie C – impossibilitato a cominciare.
Ciò che fa storcere il naso è, forse, la modalità e le tempistiche con cui è stata presa una decisione del genere, quasi forzata dopo i fallimenti di Cesena, Bari e Avellino.
Da anni, però, si paventava l’ipotesi e la necessità di ridurre il numero di squadre professionistiche in Italia. 20 squadre in Serie A, 22 in Serie B e 60 in Serie C: evidentemente la struttura calcio non poteva permettersi tutti questi club, visto e considerati tutti i fallimenti (tra cui quello dell’Avellino, che aveva tentato vanamente una mediazione) che vengono vissuti tra campionato cadetto e Serie C ogni anno.
Chi contesta ciò avrebbe voluto, come sarebbe stato giusto, una programmazione della riforma, con la possibilità alle compagini di potersi organizzare e non trovarsi in corsa a dover affrontare un problema del genere durante la stagione.
Sta di fatto, però, che la scelta del Collegio di Garanzia è stata mirata ad avere un sistema più stabile, capace di far crescere i team e non di farli sopravvivere ogni anno sulla linea di galleggiamento, arrancando con tantissimi problemi economici.
Proprio come è capitato alle 3 compagini della cadetteria quest’anno, passate dalla lotta per la Serie A ai dilettanti in pochi anni.
Fino a questo momento, la scena era stata presa solo dalle decisioni federali e, dunque, poco erano state considerate le prime partite di campionato. Ora si potrà fare definitivamente sul serio, in un campionato che sarà sicuramente più combattuto e pieno di competitività.
Il Palermo di Bruno Tedino, dopo la finale playoff dell’anno scorso persa contro il Frosinone, vuole ritornare in Serie A dopo due stagioni di Purgatorio. Maurizio Zamparini ha rinforzato l’organico con elementi pronti a dare qualità a una rosa che ha perso calciatori preziosi come La Gumina e Coronado.
Attenzione, però, anche alle retrocesse dalla Serie A che rientrano tra le squadre più accreditate per il ritorno nella massima serie.
A Crotone ricordano ancora l’amaro epilogo dell’anno scorso, quando il calendario diede il San Paolo all’ultima giornata e una retrocessione praticamente certa, ratificata poi dalla sconfitta. Dopo la cocente debacle all’esordio contro il Cittadella, i calabresi hanno sconfitto il Foggia con un roboante 4-1, mettendosi di nuovo in corsa per ritornare nel massimo campionato.
Anche Benevento e Verona diranno la loro, con squadre molto competitive – soprattutto i veneti – ma attenzione alle possibili sorprese, come il Pescara dei giovanissimi Melegoni e Antonucci oppure il Brescia di Cellino che, assieme al gioiellino Tonali, ha portato nomi importanti come Donnarumma e Tremolada.
Il caos sembra essere finito, dunque largo alle danze: la Serie B vuole far splendere le proprie stelle.