La grinta di Rastelli: «Con il lavoro risolleverò l’Avellino»

Rastelli: «Ho creduto nei miei ragazzi, anche sotto di due gol»

Messa in cassaforte la prima vittoria in esterna della stagione, l’Avellino di mister Massimo Rastelli procede a vele spiegate verso la gara di domenica. Sul cammino dei lupi ci sarà il Catanzaro, prima della classe e ancora imbattuta in campionato. Prima della sfida in programma domenica alle 17:30 è giunto il momento per il tecnico dei lupi di presentarsi, per la seconda volta in carriera, al pubblico biancoverde.

DI SEGUITO LE DICHIARAZIONI DI MISTER MASSIMO RASTELLI

IL BENVENUTO DEL MISTER – «È un piacere rivedervi dopo un po’ di anni. Sono felice di essere ritornato dove abbiamo scritto pagine importanti. Se ho deciso di ritornare è perché ci sono le condizioni giuste per fare bene. C’è un pizzico di emozione, ma è un piacere esser tornato qui».

LA TRATTATIVA – «Enzo mi ha chiamato sabato sul tardi ma ero già a letto. Mi ha chiesto la mia disponibilità per fare il mio nome alla società. La chiamata di Enzo ha smosso le acque. C’è stata successivamente la telefonata del presidente che ha detto le parole che volevo sentire e da lì si è accesso il fuoco. Ho chiesto qualche ora di riflessione. Nel pomeriggio di domenica abbiamo chiacchierato ma in definitiva la trattativa è stata molto semplice. Spero un giorno di tornare qui e tornare a lavorare con Enzo».

IL MODULO VISTO A FRANCAVILLA – «Solo col tempo è possibile conoscere i calciatori che si allenano. La conoscenza vera è quando si capisce il carattere e le caratteristiche del calciatore. Venerdì è stato il primo vero allenamento dove abbiamo avuto modo di preparare la gara di Francavilla. Il pensiero comune è stato quello di dare delle garanzie ad una squadra costruita per giocare in un certo modo. Il mio compito è stato quello di fare cose semplici, nel minor tempo possibile. Ho dovuto lavorare molto sulla testa dei calciatori. Ho cercato di trasmettere ai ragazzi cosa significa giocare per l’Avellino».

LA GARA DI DOMENICA CONTRO IL CATANZARO – «Io e il presidente abbiamo la stessa visione e gli stessi obiettivi per il futuro. Abbiamo tutta la settimana di tempo per poter preparare al meglio la gara di domenica. Sappiamo bene contro chi giocheremo».

L’ADDIO DOLCE AMARO DI DIECI ANNI FA – «So cosa mi aspetta ma nella mia vita non mi ha regalato mai nulla nessuno. Ho sempre lavorato. Il lavoro non mi spaventa. So che ho lasciato alla fine di un percorso importante ma poi si è creata un’opportunità professionale importante. La contestazione dei tifosi era normale. La capisco e me l’aspettavo ma so quanto siano per noi una grande risorsa. Dobbiamo essere bravi a farci dare una mano dai tifosi. C’è bisogno dell’aiuto di tutti se vogliamo arrivare dove speriamo».

L’INIZIO DI STAGIONE – «Quello che è successo prima del mio arrivo non mi interessa. Mi interessa aver valutato l’organico di questa squadra e di aver visto qualcosa su cui lavorare. Ci sono delle cose da migliorare che andranno via solo lavorando sodo. Sono sempre stato spettatore esterno dell’Avellino perché sono prima di tutto un tifoso, ma secondo me ad inizio stagione si è iniziato con un clima da retrocessione. Sia tra i vecchi che fra i nuovi l’impatto stagionale è stato complicato. Conosco l’ambiente, conosco la piazza, ho l’esperienza. Sta a me risolvere tutti questi punti e andare avanti, passo dopo passo».

I FUORI ROSA – «Forte è stato reintegrato così come Scognamiglio e Sbraga che lavorano completamente con la squadra. Non lavorano da tanti mesi col gruppo. Cercherò sempre di integrali».

GLI OBIETTIVI – «Tra me e la società c’è la stessa visione. Dobbiamo pensare al presente e alla gara di domenica e da sabato scorso abbiamo intrapreso un nuovo corso. Da parte mia c’è tantissima volontà, attraverso il lavoro, di rialzar la classifica».

LO STAFF TECNICO – «Ho la fortuna di avere uno staff completo. C’è Dario Rossi che è il mio secondo storico, poi il preparatore Fabio Esposito, Marco Cossu che ho avuto modo di conoscere a Cagliari, Pietro La Porta e Angelo Pagotto. Mi auguro che Davide Dei possa risolvere al più presto possibile le sue problematicità perché è fondamentale per me».

IL NUOVO RASTELLI – «Ritrovate lo stesso Rastelli di dieci anni fa: affamato e con grandi motivazioni. Non sarei mai tirato ad Avellino con motivazioni diverse. Sono un allenatore più completo e cresciuto rispetto a dieci anni fa. Ho imparato tantissimo anche dai calciatori. Mi sento più completo. Dal punto di vista umano, invece, non è cambiato nulla. So la responsabilità che ho sulle spalle. Da me tutti si aspettano faccia lo stesso percorso di dieci anni fa».

IL POSSIBILE ARRIVO A GIUGNO – «Non sono stato contattato a giugno. È stato fatto il mio nome, perché collegato al nome di Enzo De Vito».

RASTELLI A CARTA BIANCA – «La società sa che allenatore hanno preso. Sono un allenatore che si prende le sue responsabilità e che è in questo mondo da quarant’anni. Posso dare qualche consiglio affinché tutti possiamo portare la barca avanti».

AVELLINO IN DIFFICOLTÀ MENTALE – «Il mio mestiere è anche quello di essere, fra tante virgolette, uno psicologo. Anche nella mia pretendete esperienza c’è una figura importante come Pietro Bianco che era un mio confidente. Spesso era lui a darmi la chiave per entrare in alcune situazioni. Ognuno ha il proprio carattere, le proprie fragilità. Sono ragazzi ma sopratutto dei professionisti».

IL CONTATTO CON TAURINO – «Non l’ho sentito. Voglio comunque mandargli un saluto perché da allenatore capisco tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare».

IL DNA DELL’AVELLINO – «Ogni squadra ha un suo DNA. Ricordo sempre da ragazzo le partite dell’Avellino in Serie A. Ricordo sempre la lotta, la sofferenza, che è rimasto nel nostro DNA. Dobbiamo mettere questo, poi le nostre qualità».

LE GARANZIE DI GENNAIO E IL MODULO – «Sono bastate le parole del presidente. Da parte mia non c’è stato alcun tipo di richiesta. A Gennaio vedremo le caratteristiche che mancano in base al modulo. Da qui a gennaio devo sfruttare i calciatori che ho a disposizione. Non sono un’integralista, possiamo cambiare ogni settimana».

I SINGOLI – «Non ho problemi di carta d’identità. Se un giovane è forte gioca. Anche dieci anni fa c’erano giovani che hanno fatto bene. Qualcuno in alcuni frangenti dovrà adattarsi, ma fa parte del mestiere. Murano non è una punta centrale. Per esigenze in passato, o come sabato, viene impiegato in un ruolo che non sente suo. Ma Murano ha fatto tutto quello che gli ho chiesto. La partita di Murano a Francavilla è da otto».

DI GAUDIO E KANOUTE«Di Gaudio settimana scorsa è rientrato in gruppo. Sabato l’ho buttato dentro alla fine. ha un’altra settimana per migliorare la condizione fisica. Kanoute è rientrato ieri e sarà a completa disposizione domenica».

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