Dopo l’Abate scende in campo il Vescovo: è derby Guariglia vs Aiello

La settimana scorsa la benedizione impartita dall’Abate di Montevergine a tecnici e giocatori non ha sortito effetti: l’Avellino è tornato sconfitto da Bari.

Adesso entra in gioco il Vescovo di Avellino, faccia qualcosa di buono almeno lui. Ultimamente il religioso ha suggerito particolari stimoli ad Avellino, come città, consigliando – in senso metaforico ovviamente – di “usare il viagra per rialzarsi”.

Alla squadra non può consigliare una cosa del genere: c’è il rischio doping di mezzo, meglio lasciar perdere.

Ma il calcio è bello perchè possono praticarlo e parlarne tutti. E così Monsignor Arturo Aiello, che suona bene la chitarra, ha raccontato a “Il Mattino” di essere stato pure un bravo difensore. A guardarlo, con quel suo fisico mingherlino, è da immaginare che gli attaccanti avversari abbiano avuto vita facile nell’affrontarlo.

Da quando è arrivato in città, in un giorno in cui fu blindato il capoluogo immaginando una folla oceanica per la prima apparizione del Vescovo (salutata invece da un centinaio di persone), mons. Aiello sta tentando in tutti i modi di conquistare le simpatie della gente.

Ora ha scelto il filone calcistico, ha voluto parlare del derby, facendo sapere: “Quando sono arrivato qui dissi che ero cittadino di Avellino e di conseguenza oggi dico di essere un tifoso dell’Avellino. Il derby è sempre una partita particolare: sugli spalti si incontreranno persone che rappresentano due territori diversi e confinanti. Persone che però appunto devono incontrarsi e non scontrarsi. Non ci deve essere aggressione verbale o fisica, ma rispetto ed alla fine festa”.

Vallo a spiegare ai tifosi che altro non aspettano se non fare la “guerra” a mezzo di striscioni, canti, cori, urla e pure altro.

Sicuramente più esperto di cose calcistiche dell’Avellino è l’Abate Riccardo Luca Guariglia. Originario di Castellabate,  da sempre ha espresso simpatie per la squadra irpina, rinnegando – in senso calcistico – le sue origini salernitane. Almeno nelle parole. E pure nei fatti, visto che qualche sua benedizione è andata a buon fine.

L’Abate qualche volta è stato in tribuna al Partenio, in passato. Il Vescovo, che ha origini casertane e non si sa bene per quale squadra faccia veramente il tifo,  ha detto che gli piacerebbe essere allo stadio per il derby. “Dipenderà dai tanti impegni che premono per trovare spazio”, ha fatto sapere, evitandodi fornire suggerimenti a Novellino per affrontare questo impegno, limitandosi opportunamente a  “un in bocca al lupo alla squadra dell’Avellino e a tutti i suoi tifosi”. I quali toccheranno ferro perchè, tra sacro e profano, meglio evitare preghiere e benedizioni per un Avellino che deve essere cattivo e determinato, senza porgere l’altra guancia dopo avere preso già uno schiaffone a Bari.

Vescovo e Abate, insomma, si diano veramente da fare per indirizzare il derby verso una vittoria dell’Avellino: solo così potranno acquisire simpatie, senza rischiare di ricevere precise indicazioni su dove andare da parte di tifosi, dirigenti e squadra.

 

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