Da qualche giorno sul sito Boutique Saosalito Sport 1986, con sede in Belgio, sono in vendita le divise da gioco che l’U.S. Avellino 1912 avrebbe indossato in questa stagione se non fosse stata esclusa dal campionato di Serie B, per le note vicende estive legate alla fideiussione non conforme alle norme della Federazione.
Al costo di 85 euro è possibile acquistare le maglie griffate Givova, presentate il 12 luglio in Piazza Libertà da Anna Falchi, madrina e indossatrice d’eccezione di un evento rovinato dalle indiscrezioni provenienti dalla Covisoc, risultate drammaticamente fondate per il sodalizio irpino, escluso successivamente dai professionisti dopo le battaglie perse alla Figc, al Coni e al Tar Lazio.
Una notizia, quella della messa in vendita delle divise da gioco, che ha provocato rabbia e stizza ad una buona fetta di tifosi biancoverdi, che hanno collegato a doppio filo la vendita online ai noti interessi lavorativi che Walter Taccone intrattiene in Belgio.
Il proprietario dell’U.S. Avellino 1912 s.r.l, per sgombrare il campo dalle accuse mosse nei suoi confronti, in mattinata ha pubblicato un comunicato stampa:
“Si tratta dell’ennesimo attacco personale, del tutto gratuito e del tutto infondato perché il rapporto tra la U.S. AVELLINO e lo sponsor tecnico fornitore delle divise si è sciolto a seguito dei noti fatti di quest’estate, prima ancora che le divise ufficiali ci venissero consegnate. La società da me rappresentata ha, infatti, ricevuto dallo sponsor tecnico esclusivamente i tre prototipi delle divise ufficiali, utilizzati per la presentazione al pubblico il 12 luglio scorso. Null’altro!. Smentisco, perciò, qualsiasi coinvolgimento, mio e della U.S. Avellino, con la messa in commercio delle divise ufficiali”.