Prosegue, imperterrito, il momento no dell’Avellino. Al “Gaetano Bonolis” di Teramo, contro il Monterosi, l’ennesima figuraccia di una stagione complicata. L’ennesimo passo falso dei biancoverdi che potevano sfruttare il pari del Picerno a Messina per riportarsi al secondo posto. Momentaneamente a meno quattro dalla vetta. Ma così non è stato. Contro i laziali, un’altra partita gestita male e altri due punti gettati al vento. Punti che – in attesa dei posticipi della 28esima giornata – finiranno col pesare eccome sull’economia della stagione.
Tutti i componenti del gruppo squadra – Pazienza compreso – sono finiti inevitabilmente sul banco degli imputati. Eccetto Cosimo Patierno, uscito malconcio alla mezz’ora per un fastidio al flessore della coscia destra. E proprio la sostituzione dell’ex Francavilla dà il là ad una riflessione più che doverosa: che cosa sta succedendo a Gabriele Gori? È questo l’interrogativo che in molti si pongono guardando l’atteggiamento in campo dell’ex Reggina. Entrato alla mezz’ora, l’attaccante toscano è apparso spento, svogliato e senz’anima.
Un atteggiamento incomprensibile, per un calciatore che scalpita da inizio stagione. Uno stato d’animo senza senso, per un attaccante che qualche settimana fa ha parlato ai colleghi di Firenze, dichiarando di aver fatto sempre la differenza quando chiamato in causa. E invece così non è stato. O meglio, l’atteggiamento è apparso tutt’altro che quello di un attaccante che vuole prendersi la maglia da titolare. E la partita contro il Monterosi poteva essere l’occasione giusta – visto il fastidio muscolare di Patierno – per provare a sovvertire le gerarchie lì davanti. Insomma, dopo la grande prestazione dello Zaccheria di Foggia, è come se Gori si fosse spento. Un campanello d’allarme tutt’altro che trascurabile, a cui l’ex Fiorentina deve inevitabilmente porre rimedio.