Meno due ad Avellino–Catania, gara valevole per la 16esima giornata del Girone C di Serie C. A presentare la sfida contro gli etnei il giornalista Sky Sport Peppe Di Stefano, intervistato da Radio Punto Nuovo nel corso de Il Pomeriggio da Supereroi. «È la partita che ho preventivato tra le pretendenti del campionato, poi si è inserito il Benevento – ha dichiarato il giornalista catanese, che ha poi aggiunto -. L’Avellino è partito male ma adesso è in ripresa. Idem il Catania che in queste settimane ha perso diversi elementi, come Di Tacchio che è un’assenza pesantissima. È venuto a mancare Sturaro e De Rose. Toscano si è ritrovato senza calciatori cardine per il centrocampo. Sono convinto che è ancora troppo presto per dare giudizio. È comunque una partita importante: chi vince ne esce bene dal punto di vista mentale e della classifica. Per chi perde sarà una brutta botta».
In merito alle squadre B: «Secondo me è una grande idea per il calcio italiano. Meno se la guardiamo dal punto di vista della Serie C. C’è un gap troppo grande tra il campionato primavera e quelli di Serie A e B. I primavera non sono pronti per giocare nel calcio vero. La Serie C è l’intermezzo adatto. La Juventus Next Gen con Yildiz, Barrenecea e Soulè sono un chiaro esempio. Certo, le squadre B tolgono quel pizzico di campanilismo che da sempre contraddistingue la Serie C».In merito alle penalizzazioni: «Ho visto dei cambiamenti dopo l’avvento di Marani. Sarebbe bello che nessuno avesse penalità e che solo il campo esprima il proprio giudizio. Le penalizzazioni tolgono qualcosa anche alle altre squadre. Il campionato di Serie C è un campionato troppo bello. È il vero campionato dell’Italia. L’unico che copre dal Nord al Sud, da Trento alla Sicilia».
Sul possibile cambio modulo del Catania: «Il passaggio a cinque in mezzo al campo è un ipotesi. Senza Di Tacchio, De Rose e Sturato manca qualcosa. In casa la partita la fa il Catania, questione diversa fuori casa. Bisogna badare a non perdere. Il 3-5-2 è una buona soluzione ma non so se Toscano ha voglia di snaturarsi. Il Catania non gioca mai con la stessa squadra, non ha ancora trovato la formula. Ci sono delle certezze come Roberto Inglese, ma anche tante rotazioni. Non c’è ancora la vera identità. Ma a volte sono le partite grandi a fare la differenze, a permettere di trovare la giusta identità. Un po’ come il Milan, che seguo per lavoro, contro il Real Madrid e l’Inter. Per vincere il campionato bisogna passare da partite di questo tipo».
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