E’ scomparso Enzo Pulcinella, brillante calciatore dell’Avellino negli anni ’60, poi allenatore in seconda per diverse stagioni e più volte anche alla guida della prima squadra.
Pulcinella è stato il tipico professionista al servizio della società: aveva affrontato le situazioni più problematiche, specialmente da allenatore, e risolto i casi più complicati.
Aveva smesso di fare il calciatore e mai avrebbe immaginato di diventare allenatore. Per questo aveva ottenuto un impiego alla Sip, l’attuale Telecom Italia, dove aveva espresso altrettanta professionalità ed enorme disponibilità verso l’utenza.
Nel campionato 1962-63, appena dopo avere smesso di essere calciatore, entrò nello staff tecnico dell’Avellino. A novembre fu licenziato l’allenatore Vincenzo Marsico. Pulcinella lo sostituì per qualche settimana, fino all’arrivo di Vianello ,licenziato pure lui con Enzo Pulcinella alla guida della squadra fino al termine della stagione conclusa al 18° posto, retrocesso in serie D.
Nel campionato 1969/70 la squadra era allenata da Rinaldo Settembrini. I risultati furono inizialmente buoni ma ad aprile il presidente Abate rassegnò le dimissioni. La reggenza della società fu affidata al vice presidente Sibilia che licenziò l’allenatore Settembrini, sostituito da Pulcinella, allenatore in seconda, il quale riusci ad evitare la retrocessione.
Dopo quell’impresa tornò come sempre dietro le quinte, per riapparire ogni volta fosse necessario il suo operato: sapeva tenere il gruppo come pochi, riusciva a fare sentire importanti anche i calciatori più scadenti, ottenendo i risultati necessari per portare la squadra fuori dai guai.
E’ rimasto sempre legato all’Avellino, continuando a interessarsi delle sorti della squadra, seguendo le gare con passione e discutendo con competenza circa ogni prestazione.