Terremoto dell’Irpinia, Iannuzzi: «Il calcio fu una rivincita sociale. C’è un rapporto viscerale con questa terra»

Terremoto dell’Irpinia, Iannuzzi: «Il calcio fu una rivincita sociale. C’è un rapporto viscerale con questa terra»

Ventitré novembre 1980, ore 19:34. Novanta secondi di terrore. Una scossa di terremoto violentissima. Crollò tutto ma non l’orgoglio e la dignità del popolo irpino. A distanza di 43 anni, il ricordo per quel drammatico giorno è ancora vivo. Proprio la sensibilizzazione sul terremoto è l’obiettivo dell’iniziativa, organizzata dal Bar Brodway di Avellino in collaborazione con Dentice Pantaleone, fino al 30 novembre con documenti, foto, oggetti e testimonianze inedite.

«È un bella iniziativa – ha detto il titolare del Bar Brodway, Franco Iannuzzi -. Ho visto fotografie e testimonianze davvero impressionanti. Molti clienti si fermano ad osservare foto inedite come l’arrivo del Presidente della Repubblica Sandro Pertini o del Papa». Dello stesso avviso l’organizzatore della mostra: «Insieme al Bar Brodway abbiamo voluto ricordare il 43esimo anniversario di questa tragedia. Puntiamo a sensibilizzare sia chi, come noi, lo ha vissuto, sia i più giovani che sono comunque curiosi. Come detto, sono tante le fotografie inedite. Tra tutte,direi che le testimonianze più affascinanti sono le prime pagine de Il Mattino. Quei titolo “Fate presto”, “I morti sono migliaia” e “Sono tutti sotto le macerie” rendono davvero conto di quella tragedia».

Un rapporto, quello del terremoto e la comunità avellinese, che trova nel gioco del calcio un punto d’incontro. «La Curva Sud ricorda da sempre questo triste momento – ha dichiarato Iannuzzi -. I ragazzi ce l’hanno addosso questo evento. Hanno un rapporto viscerale con questa terra. Ricordo quel periodo andammo a giocare fuori, a Pistoia e a Firenze. Il calcio ci ha dato conforto. È stato una rivincita sociale per dimostrare il nostro attaccamento a questa terra e a questi colori».

Terremoto dell’Irpinia, Iannuzzi: «Il calcio fu una rivincita sociale. C’è un rapporto viscerale con questa terra»

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